01.04.08
Elezioni politiche 2008: istruzioni per l'uso
di ANDREA MANGANARO
PDF
In occasione
delle prossime elezioni politiche, la scelta per l'elettore
è quanto mai complessa per diversi motivi:
in primo luogo, la rapidità ed imprevedibilità
della crisi politica che ha portato allo scioglimento
anticipato delle camere; in secondo luogo, l'improvviso
fiorire di nuove formazioni politiche e di nuove coalizioni;
in terzo luogo, la complessità della (pessima)
legge elettorale con cui si andrà a votare
che, peraltro, non consente all'elettore nemmeno di
scegliere il candidato preferito all'interno della
lista prescelta. L'obiettivo di questo breve saggio
è quello di valutare tecnicamente quale debba
essere il voto ottimale per un ipotetico elettore
incerto sulla scelta da fare, ma avverso alla coalizione
di centro-destra composta da “Popolo delle Libertà”
(PDL), “Lega Nord” ed il Movimento autonomista
(MPA). Il ragionamento va distinto per le due camere
poiché, come noto, alla Camera dei Deputati
il premio di maggioranza è assegnato su base
nazionale, mentre al Senato è assegnato su
base regionale, rendendo così ancora più
incerto l'esito finale.
Per quanto concerne la Camera dei Deputati, in particolare,
l'incidenza dell'elettore appare piuttosto marginale,
poiché – stando alle indicazioni fornite
dai sondaggi di tutti gli istituti demoscopici –
la coalizione di centro-destra formata da PDL, Lega
e MPA godrebbe mediamente di sei-sette punti di vantaggio
sulla coalizione di centro formata da “Partito
Democratico” (PD) e “Italia dei Valori”
(IDV). Benché la situazione appaia ancora molto
fluida a causa dell'elevata percentuale di elettori
incerti, il recupero di PD-IDV appare oggi alquanto
improbabile. Peraltro, le soglie di sbarramento più
basse rispetto a quelle del Senato, possono ragionevolmente
indurre l'elettore incerto, ma avverso al centro-destra,
a propendere per la formazione politica a lui più
congeniale, quale che essa sia, senza preoccuparsi
più di tanto dell'esito finale complessivo.
Il ragionamento è inevitabilmente diverso,
invece, per il voto al Senato: in primo luogo, infatti,
le elevate soglie di sbarramento (8% per le liste
che corrono da sole, 10% per le coalizioni nel loro
complesso, 4% per le liste che corrono in coalizione)
inducono a concentrare la scelte tra le prime quattro
formazioni politiche, non avendo pressoché
alcuna speranza le altre liste di superare tali soglie.
In secondo luogo, il ragionamento va differenziato
regione per regione poiché, come si è
detto, il premio di maggioranza è assegnato
su base regionale. Coloro che auspicano che al Senato
non ci sia una maggioranza, ed in particolare che
non ci sia – stanti i sondaggi di cui s'è
detto – una maggioranza di centro-destra, dovranno
razionalmente fare una scelta diversa, a seconda della
regione in cui votano, ovvero:
1) coloro che votano in una regione dove la conquista
del premio di maggioranza è in bilico tra le
due coalizioni principali (scarti inferiori al 5%),
dovranno senz'altro votare per PD-IDV, sperando in
una prevalenza di questa coalizione. Stando ai sondaggi,
si tratta delle seguenti regioni: Liguria, Abruzzo,
Calabria e Sardegna. In tutte le altre regioni, invece,
il risultato appare ormai certo: la coalizione composta
da PDL-Lega-MPA dovrebbe vincere agevolmente, infatti,
in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia,
Lazio, Campania, Puglia e Sicilia; viceversa, la coalizione
composta da PD-IDV dovrebbe vincere agevolmente in
Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Basilicata,
oltre che in Val d'Aosta ed Alto Adige (rispettivamente,
uno e tre senatori appartenenti alle minoranze linguistiche
tradizionalmente favorevoli al centro-sinistra); i
tre senatori del Trentino sono normalmente suddivisi
tra le due coalizioni principali, così come
i due senatori del Molise (uno per parte).
2) Nelle regioni dove la vittoria di PD-IDV è
pressoché certa, invece, l'elettore incerto
ma avverso al centro-destra dovrà senz'altro
votare per la “Sinistra-l'Arcobaleno”
(SA), poiché in tali regioni i seggi appannaggio
delle minoranze verranno suddivisi tra la coalizione
di centro-destra e, per l'appunto la lista di Sinistra;
in alcuni casi (ad esempio in Basilicata) la suddivisione
potrebbe avvenire a tre, se la coalizione tra UDC
e “Rosa Bianca” dovesse superare lo sbarramento,
ma la sostanza non cambia. Per essere ancora più
espliciti: in queste regioni (Emilia-Romagna, Toscana,
Marche, Umbria e Basilicata), un voto in più
a PD-IDV è un voto sprecato, poiché
tale coalizione avrà comunque il 55% dei seggi
regionali; viceversa, un voto in più a “la
Sinistra l'Arcobaleno” può essere decisivo
per sottrarre seggi a PDL-Lega-MPA. In questo caso,
quindi, il voto utile è quello a “la
Sinistra l'Arcobaleno”.
3) Nelle regioni dove la vittoria della coalizione
di centro-destra è pressoché certa,
viceversa, l'elettore incerto ma avverso alla coalizione
di centro-destra, potrà scegliere liberamente
tra PD-IDV e SA, poiché queste due formazioni
si divideranno i seggi regionali destinati alle minoranze,
sempre che la seconda riesca a superare la soglia
dell'8%. Va comunque fatto presente che in queste
regioni il voto a SA non aggiunge nulla in più
alla coalizione di centro-destra, che avrà
comunque il 55% dei seggi regionali. Anche nel caso
in cui SA non dovesse riuscire a superare in queste
regioni la soglia di sbarramento all'8%, i seggi destinati
alle minoranze andranno comunque appannaggio di PD-IDV.
Viceversa, il voto a SA può essere utile a
superare tale soglia di sbarramento, ed avere così
una sua rappresentanza in queste regioni.
In conclusione, per rendersi conto degli effetti di
quanto è stato detto in relazione al voto al
Senato, si presentano qui di seguito tre simulazioni,
escludendo in tutti i tre casi i seggi della Circoscrizione
Estero. Con la prima di queste, che è al momento
la meno realistica, si è calcolato la distribuzione
dei seggi al Senato sulla base di una riaggregazione
del voto del 2006, che è la seguente.
Sulla base
di di questo primo scenario, la distribuzione dei
voti al Senato sarebbe la seguente:
PD IDV 30,57% 110
Arcobaleno 13,17% 38
UDC Rosa bianca 8,74% 10
PDL Lega Nord MPA 38,00% 151
SVP 3
Vallée d'Aoste 1
PSI 2,13% 0
La Destra 3,74% 0
Con la seconda
simulazione, invece, si è calcolato la distribuzione
dei seggi al Senato, sulla base dei sondaggi ad oggi
più favorevoli alle “seconde forze”.
Si può notare, in particolare, che la presenza
di alcuni seggi assegnati sia all'alleanza di Centro
tra UDC e Rosa bianca, sia a SA risultano essere decisivi
affinché la coalizione PDL-Lega-MPA non abbia
la maggioranza assoluta. La distribuzione dei seggi
è la seguente:
Sulla base
di questo secondo scenario, la distribuzione dei voti
al Senato sarebbe la seguente:
PD IDV 33,9% 121
Arcobaleno 9,8% 27
UDC Rosa bianca 7,6% 7
PDL Lega Nord - MPA 41,2% 150
SVP 3
Vallée d'Aoste 1
La Destra 3,0% 0
PSI 1,7% 0
Con la terza
simulazione, infine, si è calcolato la distribuzione
dei seggi al Senato, sulla base dei sondaggi ad oggi
più favorevoli alle due coalizioni principali.
Si può notare che per SA e soprattutto per
UDC- Rosa bianca (la cui soglia di sbarramento è
più alta, trattandosi di una coalizione e non
di una lista unica) pochi punti percentuali di consensi
su base nazionale al di sotto dell'8% possono produrre
la pressoché totale sparizione dei loro gruppi
parlamentari. Questo risulta essere decisivo, come
si è detto, per la determinazione di una maggioranza
per la coalizione di centro-destra, in virtù
proprio dei seggi strappati a SA nelle regioni “rosse”.
La distribuzione dei seggi è la seguente:
Sulla base di questo terzo scenario, la distribuzione
dei voti al Senato sarebbe la seguente:
PD IDV 37,4%
145
Arcobaleno 6% 2
PDL Lega Nord/Sud 45,0% 158
SVP 3
Vallée d'Aoste 1
UDC Rosa bianca 5,5% 0
La Destra 2,1% 0
PSI 1,2% 0
Appare evidente,
pertanto, che in questo terzo scenario la Sinistra
vedrebbe praticamente sparire la propria rappresentanza
parlamentare al Senato, superando la soglia di sbarramento
dell'8% soltanto in Toscana, dove prenderebbe due
seggi; viceversa, i seggi della camera alta sarebbero
appannaggio soltanto delle due coalizioni principali
e, soprattutto, quella di centro-destra potrebbe godere
della maggioranza assoluta dei seggi, ancorché
risicata.
|