Dall'inizio della crisi finanziaria mondiale indotta dal crack di Lehmann Brothers e dallo scoppio della bolla dei mutui “sub-prime”, tutti i paesi europei sono stati sottoposti a pesanti dosi di austerità. Aumento delle tasse indirette, privatizzazioni, tagli ai salari ed alla spesa sociale, e precarizzazione del lavoro sono gli ingredienti di questa famigerata ricetta che ha impoverito quasi tutti i paesi europei, specie quelli mediterranei.
La Grecia, in particolare, a sette anni dall'inizio della crisi ha perso oltre un quarto del suo PIL, ha triplicato la disoccupazione (dall'8,4% al 27,5%) e ha ridotto in miseria una parte importante della sua popolazione. Il suo debito pubblico è salito dal 109% al 175% del PIL, ed i suoi principali creditori sono oggi le cosiddette “istituzioni”, cioè la "Troika" di ieri (FMI, BCE ed eurogruppo, oltre a banche nazionali e straniere).
Ma dopo la vittoria di Syriza in gennaio qualcosa sta cambiando. Le privatizzazioni sono state bloccate, è stata riaperta la televisione pubblica, sono stati cancellati i tagli alle pensioni ed è stato aumentato il salario minimo. Per rendere possibili queste ed altre misure, il governo di Alexis Tsipras ha chiesto un allentamento dei vincoli europei ai conti pubblici e più tempo, ma le “istituzioni” internazionali sembrano voler fare ben poche concessioni.
Riuscirà la piccola Grecia a scardinare l'ortodossia liberista europea? Ne parleremo in un incontro pubblico che si terrà
VENERDI' 10 APRILE, ALLE ORE 18
presso la sala Walter Benjamin, in via del Pratello, 53.
con:
Pier Giorgio Ardeni, docente di Economia Politica all'Università di Bologna, e
Toni Iero, dell'ufficio studi di un noto gruppo finanziario
Coordinerà l'incontro Giorgio Gattei, già docente di Storia del pensiero economico presso l'Università di Bologna. L'incontro sarà preceduto da un aperitivo.
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