di Andrea Manganaro
In occasione delle prossime elezioni politiche, la scelta per l'elettore è quanto mai complessa per diversi motivi: in primo luogo, la rapidità ed imprevedibilità della crisi politica che ha portato allo scioglimento anticipato delle camere; in secondo luogo, l'improvviso fiorire di nuove formazioni politiche e di nuove coalizioni; in terzo luogo, la complessità della (pessima) legge elettorale con cui si andrà a votare che, peraltro, non consente all'elettore nemmeno di scegliere il candidato preferito all'interno della lista prescelta. L'obiettivo di questo breve saggio è quello di valutare tecnicamente quale debba essere il voto ottimale per un ipotetico elettore incerto sulla scelta da fare, ma avverso alla coalizione di centro-destra composta da “Popolo delle Libertà” (PDL), “Lega Nord” ed il Movimento autonomista (MPA). Il ragionamento va distinto per le due camere poiché, come noto, alla Camera dei Deputati il premio di maggioranza è assegnato su base nazionale, mentre al Senato è assegnato su base regionale, rendendo così ancora più incerto l'esito finale.