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Con la brutalizzazione dell'art.81 della Costituzione, si è rotto il patto fondativo della Repubblica democratica fondata sul lavoro.

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Che sta succedendo? Anche quelli de “La Fornace” sono stati travolti dall'ondata di anti-politica montante? No, non ce l'abbiamo con i nuovi scandali che quasi quotidianamente investono leader politici facenti parte più o meno di tutti i partiti (se così ha senso ancora chiamarli), dal loro finanziamento (il)lecito, al caso Mills, da Ruby alle tangenti, dalle lottizzazioni ai diamanti della Lega.
No. Ce l'abbiamo proprio con il governo Monti, e con lo stile sobrio e rigoroso del suo governo. E non solo a causa delle sue manovre correttive che stanno ammazzando il Paese, non soltanto per il progressivo smantellamento del sistema previdenziale pubblico, del sistema di tutele e diritti del lavoro, della sanità pubblica e dell'istruzione pubblica (motore di sviluppo). Ce l'abbiamo con la sua maggioranza parlamentare, per la devastazione della Carta Costituzionale operata sotto una coltre fittissima di silenzio in questi mesi. Il 17 aprile di quest'anno, infatti, è stata approvata dal Senato, in quarta ed ultima lettura, la modifica degli articoli 81, 97, 117 e 119. In tutte le quattro letture (due alla Camera e due al Senato), i parlamentari di PDL, UDC, FLI e PD hanno votato a favore di questa modifica in modo quasi unanime,1 così da raggiungere il quorum dei due terzi ed impedire la possibilità, quindi, che tale modifica potesse essere sottoposta a referendum confermativo, cioè al vaglio della volontà popolare.

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Il "Maggio filosofico" di quest'anno è dedicato al ventennale di Tangentopoli e di Mani Pulite.

Si parla della Crisi, ma non solo, e si inquadra in senso storico e geopolitico nel raffronto puntuale con il 1992.

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Leonardo Tomasetta è stato docente di sociologia presso la facoltà di statistica all’Università di Bologna. Per alcuni di noi, Leonardo è stato non soltanto un insegnante, ma anche un maestro, un compagno ed un amico. Scomparso lo scorso anno, abbiamo sentito la necessità di ricordarlo in modo non convenzionale, a partire da alcuni suoi libri, in modo da riprenderne il percorso intellettuale e la lezione politica.

Questo “ricordo attivo”, come abbiamo voluto chiamarlo, si è tenuto nella serata di martedì 13 marzo presso l’enoteca “Camera a Sud”. Sotto la sezione “eventi” di questo sito se ne può trovare la locandina. Affinché il ricordo di Leonardo rimanga vivo, pubblichiamo qui una recensione del primo dei suoi libri, dove è possibile trovare un’ampia sintesi del suo pensiero politico, le cui tracce si possono trovare fin nelle opere più recenti.

PARTECIPAZIONE E AUTOGESTIONE: DENTRO E CONTRO IL SISTEMA”, di LEONARDO TOMASETTA, IL SAGGIATORE, 1972

Recensione di Andrea Manganaro

 

Il primo libro di Leonardo Tomasetta risente in pieno della stagione politica in cui è stato pubblicato. La sua peculiarità principale risiede nell’essere un manuale di sociologia politica, scritto quindi con uno stile descrittivo, quasi asettico, tipico degli accademici; e, allo stesso tempo, un volume militante dove traspare in modo netto la passione dell’intellettuale impegnato. Di fatto, si tratta di un’antologia sul tema della partecipazione politica, dove l’autore fa trapelare il proprio messaggio, in modo volutamente malcelato, tramite i diversi pensatori ed autori citati. La sua provenienza dalla sinistra socialista, ed in particolare da quella peculiare del filone operaista, si rileva nella descrizione dei modelli e dei comportamenti politici, che sono infatti intesi per lo più in un’ottica di classe.

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