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In attesa della prossima edizione del "Novembre storico-cinematografico", pubblichiamo qui alcuni materiali utilizzati per gli interventi di alcuni relatori della scorsa edizione del "Maggio filosofico".

Intervento di Maria Chiara Risoldi nella prima serata "L'impensabile della guerra": VID_Risoldi_Parte1

Seconda parte: VID_Risoldi_Parte2 Terza parte: VID_Risoldi_Parte3

Intervento di Daniela Calzolaio nella prima serata "L'impensabile della guerra": prima parte VID_Calzolaio_Parte1

Seconda parte: VID_Calzolaio_Parte2

Recensione di Giorgio Gattei del libro "La guerra capitalista: competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista", di cui si è parlato nel corso della seconda serata: Recensione_Gattei

Slide dell'intervento di Demostenes Floros nel corso della terza serata su "Conflitto energetico e fine della globalizzazione dei mercati": Intervento_Demostenes_Floros

Slide dell'intervento di Toni Iero nel corso della quarta serata su "Guerra, dollaro e crack": Presentazione_Toni_Iero

 

di Andrea Manganaro

Questo articolo era stato scritto prima dello scoppio dell'attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Prendeva spunto dal comunicato Istat di febbraio che comunicava l'ennesimo record negativo per le nascite in Italia.

Come si argomenta nel testo, il calo era ampiamente previsto e prevedibile a causa della struttura per età della popolazione (cioè ci sono sempre meno donne in età feconda), tant'è che i livelli di fecondità sono rimasti quelli del 2018. Il calo delle nascite è dunque da attribuirsi esclusivamente a quello i demografi chiamano "effetto struttura". La "non-notizia" aveva tuttavia sollevato un certo dibattito sulla stampa, a proposito della lunga crisi economica italiana e dell'assenza di prospettive per il Paese. In più, era (ri)emersa anche la vecchia "questione meridionale", per il fatto che il calo demografico riguarda soprattutto il Sud, non solo per i più bassi livelli di fecondità, ma anche per le maggiori emigrazioni.

Prendendo spunto da questo dibattito, si è quindi pensato di ricostruire la storia demografica del Paese - distintamente tra Nord e Sud - dal dopoguerra ad oggi. Ne sono emersi tre distinti periodi storici cui sono associati precisi eventi economici: 1) gli anni del boom economico (dal '52 al '73), in cui la popolazione è cresciuta più al Nord che al Sud; 2) gli anni del rallentamento e della svolta neoliberista (dal '74 al '97) in cui è cresciuta di più la popolazione al Sud; 3) gli anni dell'euro e della globalizzazione (dal 1998 al 2019), in cui la popolazione al Nord è tornata a crescere in misura maggiore. Per i dettagli, si rimanda alla lettura dell'articolo.

La conclusione, non riportata nel testo, è che esistano dei "cicli economici lunghi" (il riferimento a Kondratiev non è casuale) che determinano l'andamento demografico di un Paese. Ora, è probabile che l'epidemia in corso impatterà differentemente, almeno per quest'anno, sui livelli di mortalità nelle regioni del Nord ed in quelle del Sud. Inoltre, nel medio periodo è probabile che lo shock economico e il crollo del commercio con l'estero provocherà una drastica riduzione dei flussi migratori da e verso l'estero. Come conseguenza di tutto ciò, pertanto, è possibile immaginare un prossimo periodo in cui la popolazione potrebbe diminuire più al Nord che al Sud.

Leggi l'articolo qui

Sono ormai passati 20 anni dal debutto dell'Unione Monetaria Europea e ne sono passati ormai 10 dalla "Grande Depressione" innescata dalla crisi dei mutui sub-prime negli USA. In questo periodo, l'Italia ha perso circa 6 punti percentuali di PIL in termini reali, e in termini pro-capite siamo allo stesso livello del 1999. Poco meglio è andata agli altri Paesi dell'Europa meridionale. Le divergenze macroeconomiche all'interno dei Paesi europei sono aumentate, così come sono cresciute le disuguaglianze sociali all'interno degli stessi Paesi. Il fallimento dell'austerità e dell'impostazione ordo-liberista è ormai sotto gli occhi di tutti, persino per ammissione stessa dei leader delle istituzioni europee.

Tutto questo ha portato ad una profonda trasformazione degli scenari politici nazionali. Le tradizionali forze del campo socialista e socialdemocratico hanno subito ovunque un forte ridimensionamento e in alcuni casi veri e propri tracolli; per contro, sono sorte un po' ovunque forze anti-sistemiche e populiste che in alcuni casi hanno le caratteristiche dell'estrema destra xenofoba e nazionalista, ed in altri hanno invece assunto richiami più movimentisti, ambientalisti e aspirazioni alla democrazia diretta.

Come è possibile risollevare le sorti del continente europeo? L'Unione (Monetaria) Europea si può cambiare o si deve abbattere? Sarà questo il tema che affronteremo in un incontro pubblico con Domenico Moro, sociologo e ricercatore Istat, autore del volume "La gabbia dell'euro. Perché uscirne è internazionalista e di sinistra"; e con Toni Iero, economista e responsabile dell'Ufficio Studi di un noto gruppo bancario-assicurativo. L'incontro di terrà SABATO 26 GENNAIO alle ore 17,00 presso la Casa per la Pace "La Filanda" di Casalecchio di Reno, in via Canonici Renani, 8.

Scarica qui la locandina.